|   Stasera a Canne festa della musica e ricordo di Aldo Moro, 60 fa inaugurava l'Antiquarium   Nel giorno del solstizio d’estate torna a  Canne (e in tutt’Italia) l’appuntamento con la “Festa della Musica”. A darne  l’annuncio la direttrice dell’Antiquarium, la dott.ssa Miranda Carrieri. Una  iniziativa che va ad inquadrarsi in un appuntamento nazionale annuale che vedrà  all’opera oltre 9 mila musicisti, promossa dal Ministero dei Beni e delle  Attività culturali e turistici, dalla SIAE e dall’Aipem (Associazione Italiana  per la promozione della Festa della Musica), con la collaborazione dell’ANCI,  del MIUR e la Femiarco.Un vero e proprio “Inno alla gioia”,  migliaia di eventi che animeranno oltre 600 città italiane attraverso una  molteplicità di modalità strumentali eseguite da complessi jazz, rock, musica  classica e leggera, musica barocca e dodecafonica. Nell’area comprensoriale  della nuova provincia BAT, è stata scelta l’area del sito cannense dove a  intrattenere i graditi ospiti, si esibirà il gruppo RADICANTO, composto da  quattro elementi, che eseguirà il concerto “memorie di sale”.
 Scopo dell’iniziativa, è quella di portare  l’arte, la musica e la cultura nelle nostre periferie, in modo che siano uno  stimolo all’integrazione e alla crescita umana. Un evento musicale imperdibile  (ore 20) per quanti hanno a cuore la musica e il turismo, perché al concerto, è  abbinata una visita all’area archeologica del sito cannese (inizio ore 17) e  una memoria celebrativa dei sessant’anni dell’inaugurazione dell’Antiquarium di  Canne, ad opera del ministro della P.I. Aldo Moro (ore 18).
 *   *   * Aldo Moro a CanneNella  primavera del 1958, mentre tutt’attorno fervevano i lavori di scavo, ad opera  della Sovrintendenza alle Antichità, venne finalmente completato l’allestimento  dell’Antiquarium, che fu inaugurato il 21 aprile dall’allora ministro della Pubblica  Istruzione, on. Aldo Moro. L’Antiquarium accoglieva  parte del materiale archeologico rinvenuto nell’area di Canne, soprattutto  quello della campagna di scavi di Michele Gervasio, ma quello che attirò  soprattutto l’attenzione dei visitatori, e dello stesso ministro, fu il  plastico della riproduzione dei luoghi della battaglia annibalica (una  gigantografia della foto domina la parte frontale d’accesso all’Antiquarium).
 *   *   * L’inaugurazione dell’Antiquarium di Canne  segnava uno spartiacque fra due momenti storici nettamente divisi fra il prima  e il dopo quella data.Tutto era cominciato agli inizi degli anni  Venti, con i primi scavi di Sabino Castellano, il segretario della  “Associazione Amici dell’Arte e della Cultura Barlettana”, sostenuto dal  presidente Vito Lattanzio e dallo storico mons. Salvatore Santeramo. Di quei  lavori è restata una monografia di Sabino Castellano (Gli scavi di Canne, in “Mondo Classico”, Roma 1925). Gli scavi  intrapresi dallo stesso Castellano coadiuvato da un gruppo di appassionati,  avevano fatto riaffiorare da una plurisecolare dimenticanza la Cittadella di  Canne e l’area circostante, teatro della famosa battaglia. Gli scavi furono poi  proseguiti - quando i costi erano diventati esorbitanti - da un’équipe  coordinata da Michele Gervasio, direttore del Museo Archeologico di Bari. Erano  gli anni segnati dal regime fascista e quando Mussolini, a metà degli anni  Trenta, s’invaghì dell’idea di fondare l’Impero, gli scavi furono intensificati  sull’area cannese, dove - sulla collina di Canne Fontanella - si scoprì un  sepolcreto che venne identificato come annibalico, cioè risalente alla  battaglia di Canne. Ma proprio quando gli scavi erano diventati più intensi,  sulle due rive del fiume Ofanto, nell’autunno del 1939, l’Italia entrò in  guerra e le ricerche furono sospese. Anche Gervasio lasciò una monografia su  quella campagna archeologica (Gli scavi  di Canne, in “Iapigia”, Bari 1939).
 Al termine della guerra, e dopo la caduta  del Fascismo, avviato il faticoso processo della ripresa post bellica,  riaffiorò, fra gli studiosi, l’interesse per gli scavi cannensi, e la Cassa per  il Mezzogiorno, sotto la spinta del dott. Vito Lattanzio, nel 1952 erogò la  cifra di 15milioni alla Sovrintendenza Archeologica destinati alla costruzione  dell’Antiquarium di Canne, dove furono raccolti i materiali degli scavi gervasiani  e allestiti alcuni pannelli illustrativi sulla famosa battaglia.
 Nel 1953 fu fondato il Comitato pro Canne  della Battaglia, affidato alla presidenza del generale Domenico Ludovico,  assistito dal giornalista canosino Savino Pizzuto in veste di segretario.
 Un articolo del “Corriere della Sera”, a  metà settembre 1954, riaccese l’interesse nazionale per il sito con il titolo:  “Le tombe dei caduti di Canne abbandonate ai vandali e ai ladri”. L’anno dopo  andarono in stampa tre libri su Canne e una monografia di Gervasio sugli scavi.  Scavi che ripresero l’anno dopo affidati dalla Soprintendenza Archeologica di  Taranto alla dott.ssa Fernanda Bertocchi la quale fu impegnata sulle colline di  Canne nel biennio 1956-1958.
 Proprio gli anni in cui Aldo Moro era  ministro della P.I. e in questa veste - oltre che come politico pugliese -  seguì molto da presso questa terza campagna.
 Quando, il 21 aprile 1958, il ministro  Aldo Moro inaugurò l’Antiquarium, è ben immaginabile l’entusiasmo che  accompagnò la sua visita, alla quale seguirono numerose attestazioni di  quell’evento: articoli di giornali, pubblicazioni, mostre fotografiche, un  libro del gen. Ludovico ed una documentata richiesta del sovrintendente Nevio  Degrassi indirizzata al ministro Moro per ottenere ulteriori finanziamenti per  l’allestimento del Museo delle Guerre puniche.
 Ma mentre il sovrintendente Degrassi  sollecitava l’erogazione dei fondi, la Bertocchi, al termine di un  documentatissimo studio, negava l’annibalicità del sito. È superfluo immaginare  lo scontro violentissimo che seguì, a questa notizia, fra la Soprintendenza e  gli appassionati cultori del mito del sito annibalico di Canne…
 Nella violenta diatriba che ne seguì,  fummo coinvolti anche noi universitari della FUCI che sul nostro bollettino  “Nuova Eco” pubblicammo un articolo del dott. Oronzo Pedico a difesa della tesi  annibalistica. Ci saremmo purtroppo ricreduti, perché quello era in realtà un  sito medievale.
 Data da allora il nostro diretto  interessamento storico per la vicenda cannense legata alla famosa battaglia. Nella  seconda fase dei suoi scavi, nell’estate del 1960, la Bertocchi localizzò un  villaggio dell’età del Bronzo. Per dare maggior credito ai controversi esiti  della ricognizione della archeologa, il soprintendente Degrassi affidò uno  studio sui reperti ossei degli inumati di Canne all’Istituto di Antropologia  dell’Università di Roma che - ahimé - confermò gli infausti esiti della ricerca  della studiosa toscana. La quale, a novembre del 1960, prima di lasciare  l’incarico affidatole qualche anno prima dalla Sovrintendenza Archeologica,  riferì gli esiti delle sue ricerche all’Accademia dei Lincei. Il suo studio  venne archiviato accanto a quello di Sabino Castellano 35 anni prima. Alfa e  Omega di una ricerca.
 Seguiranno - fra il 1962 e il 1971 - dieci  anni di sterili polemiche fra Sovrintendenza e Comitato pro Canne, fra Raffaele  Iorio e Carlo Ettore Borgia. Superfluo precisare che nella temperie di quelle  roventi polemiche, i finanziamenti non arrivarono e, peggio ancora,  l’Antiquarium, nel 1974, andò incontro ad una melanconica chiusura. Ci vorranno  25 anni per la sua riapertura, il 21 aprile del 1999, a quarant’anni di  distanza dalla ormai lontana inaugurazione dell’on. Moro. Ma questa è un’altra  storia.
 Renato Russo |